L’incremento dei flussi turistici cinesi verso l’Europa e il sistema turistico comasco: criticità, risorse, opportunità

Tesi di laurea di Francesca Saibene

Corso di Laurea in
Scienze della Mediazione Interlinguistica e Interculturale

Università degli studi dell’Insubria

A.A. 2009-2010

francesca1204@hotmail.it

 

L’obiettivo della mia tesi è quello di sondare quanto il sistema turistico lombardo – e più in generale quello italiano – siano oggi in grado di cogliere l‟opportunità che il turismo incoming cinese rappresenta, nonché di sottolineare l‟importanza che la Cina va assumendo non solo come meta turistica, ma come nuovo attore turistico outbound a livello globale. La crescente importanza del turista cinese in viaggio sia entro che fuori i propri confini nazionali è supportata anche da proiezioni dell‟OMT (Organizzazione Mondiale del Turismo), che evidenziano come, grazie alla rapidissima crescita economica del paese, la Cina stia divenendo una delle maggiori fonti al mondo di turismo verso l’estero: il suo travolgente sviluppo economico, per quanto squilibrato esso sia, ha portato gradualmente alla nascita ed all‟ascesa di un nuovo ceto sociale che non soltanto vuole viaggiare all‟estero, ma può anche aspirare a segmenti turistici di lusso.
Ho cercato di saggiare punti di forza e di debolezza, minacce e opportunità, che attualmente si riscontrano nel sistema turistico lombardo, a partire dal contesto milanese e da quello comasco, al fine di trarne spunti utili per offrire una valutazione della capacità dell‟Italia di promuoversi in quanto destinazione turistica nei confronti dell‟incoming cinese. Per offrire un esempio tangibile di quanto si possa dedicare più attenzione, investimenti e competenze a questo sforzo, ho proposto un paragone con quanto da tempo va facendo il vicino Canton Ticino; la Svizzera è infatti riuscita ad imporsi già da anni come meta privilegiata per i flussi turistici cinesi, uno sforzo a cui hanno aderito tutti i cantoni con spiccata vocazione turistica.
Questa tesi vuole anche essere uno strumento di conoscenza e di approfondimento per promuovere una migliore comprensione di questi “nuovi avventurieri” dell‟arena turistica, che si preparano realmente a “cambiare il mondo”, affermando nuovi stili di viaggio e di esperienza turistica. Ho cercato dunque anche di offrire qualche spunto per l‟analisi delle caratteristiche di questo nuovo tipo di turista, delle sue abitudini e delle sue esigenze rispetto a quanto si aspetta di trovare nel paese che lo ospita.
La Cina è attualmente il mercato con maggiori potenzialità al mondo. Ma in confronto ad altri paesi europei l‟Italia sembra attribuirvi poca importanza. Lo testimonia lo scarsissimo numero di voli diretti Milano–Shanghai, come pure il fatto che la nostra compagnia di bandiera non opera più sul mercato cinese dal 2008: tutte le tratte dirette con destinazione Cina sono in gestione a operatori esteri. Ma ne è prova pure la grossolana impreparazione culturale del sistema alberghiero nei confronti delle particolarità e delle esigenze del turista cinese: eppure basterebbero poche semplici accortezze per farvi fronte.
In Italia, al di là di quello che le istituzioni pubbliche italiane possono e devono fare, tocca agli operatori turistici privati promuoversi in Cina e imparare a farlo in modo intelligente. Ma per farlo servono risorse umane che abbiano una buona conoscenza della Cina, che parlino bene la lingua cinese, che abbiano competenze specifiche in ambito turistico: perché non ci si improvvisa esperti di Cina, ma neanche di turismo.
Internet si rivela una risorsa imprescindibile: i siti di città, alberghi, musei, dovrebbero essere online anche in versione cinese, e dovrebbero farsi pubblicità su motori di ricerca o portali legati al turismo cinese. Ma è importante anche che in Italia si sviluppino agenzie capaci di proporre pacchetti “su misura” per il turista cinese, tenendo conto della cultura particolare di cui tali persone sono portatori; dei loro interessi specifici, delle loro modalità preferita di viaggiare e di consumare beni e servizi.
E poi, visto che di Cina parliamo, servono le guanxi1: occorre cioè costruire relazioni solide e di fiducia con partner cinesi, avvalersi di collaboratori cinesi, fare riferimento a strutture di appoggio in Cina. Questo canale solo apparentemente “informale” è in realtà essenziale per operatori turistici italiani che vogliano farsi conoscere in Cina, soprattutto, se lo scopo è quello di intercettare flussi turistici. Bisogna essere in grado (o potere affidarsi a qualcuno che lo sia) di penetrare il mercato del turismo direttamente in Cina, partecipando alle fiere giuste, alle manifestazioni più importanti sul turismo, legandosi anche ad agenzie (o meglio ancora a reti di agenzie) cinesi che siano forti in loco, innanzitutto che abbiano un‟offerta mirata alla tipologia di turista che l‟Italia ha maggior interesse a coinvolgere: non solo quello dei tour “mordi e fuggi”, ma anche quello benestante, curioso, aperto alle esperienze culinarie/vinicole/artistiche, così come allo shopping di qualità.
Con l‟Expo 2015 alle porte, l‟Italia non si può più permettere di perdere altro tempo: questo è un treno su cui bisogna salire

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