Visti e dati biometrici, un ostacolo al turismo dalla Cina

Sono anni che mi impegno per sviluppare il turismo dalla Cina, e sinora i risultati sono stati abbastanza soddisfacenti. A molti potrà sembrare strano, ma non è difficile convincere i cinesi a venire in vacanza in Italia; loro, il nostro paese lo amano!

Difficile è convincere l’Italia, o meglio le Istituzioni italiane competenti, a fare qualcosa per evitare lungaggini burocratiche a chi ha deciso di venire da noi.

L’European Travel Commission ha recentemente dovuto ammettere che mentre gli USA hanno esteso il periodo di validità dei visti turistici ai cinesi a 10 anni, e mentre tutto il SudEst asiatico, i visti, non li chiede nemmeno, l’Europa (e quindi noi) impone ai turisti cinesi le “procedure biometriche”. In pratica li costringiamo ad andare fisicamente nei pochi posti dove possono essere raccolti questi dati (impronte digitali…), anche quando i turisti vivono a migliaia di chilometri dalle città dove è possibile farlo.

Eppure basterebbe copiare per una volta la Repubblica di San Marino che non richiede il visto ai turisti cinesi, per una permanenza inferiore ai 90 gg.

In conclusione la questione è molto grave perché ad un aumento degli arrivi internazionali, come tutte le ricerche sostengono, corrisponde un aumento dell’occupazione (oltre che della ricchezza di un Paese), che è oggi il problema dei problemi nel nostro Paese.

Per saperne di più:

http://turismocinese.blogspot.it/2016/06/turismo-cinese-e-dati-biometrici.html

http://turismocinese.blogspot.it/2016/06/visti-turistici-salvaguardia-della.html

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