Il caso coreano niente confinamento e niente app

Il caso coreano: niente confinamento e niente app
La scelta della Corea del Sud è diversa da quella italiana e da quella cinese. Seul ha scelto un tracciamento sistematico delle persone “colpite da Coronavirus” utilizzando contemporaneamente diversi dati.
Dagli operatori telefonici vengono ricavati i dati di geolocalizzazione dei pazienti, dai dati bancari si ricostruiscono gli spostamenti nei negozi. Tutti questi dati, assieme ai video delle telecamere, che saranno distrutti dopo la crisi, premettono di ricostruire gli itinerari fatti dai pazienti e di informare praticamente in tempo reale via smartphone i residenti di quelle aree, così che chi si è trovato in quegli itinerari possa fare un test. Ad oggi oltre 500 mila coreani hanno effettuato un test, e tutto questo assieme all’utilizzo massiccio della mascherina – secondo il principio per il quale se ognuno porta la mascherina protegge l’altro, e dunque sé stesso – ha portato la Corea negli ultimi giorni a non avere nessun caso di epidemia. La Corea del sud, che ricordo è una democrazia nella quale si sono svolte le elezioni solo pochi giorni fa, garantisce l’anonimato dei dati, è riuscita ad evitare il confinamento dei suoi cittadini, ed è anche riuscita ad evitare di chiudere le frontiere.
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