il secolo asiatico non è più quello di una volta

Il “secolo asiatico” non è più quello di una volta
“Il futuro verrà dall’Estremo Oriente”, è il mantra al quale ci siamo abituati da anni. Parag Khanna quattro anni fa ha scritto un libro di grande successo proprio su questo. E non è stato il solo. Ma c’è una novità: l’Estremo Oriente al quale si guarda ora per il futuro non è più la Cina, che sta vivendo una crisi economica e politica che ne ha messo in luce la fragilità. La notizia della crisi di Evergrande, società di sviluppo immobiliare di maggior valore in Cina esposta per 340 miliardi di dollari, con conseguenze ancora non del tutto prevedibili non solo per l’economia cinese, è un altro segnale molto negativo. Il secolo asiatico del quale si parla ora è legato all’accordo di ieri a Camp David: Giappone e Corea del Sud, insieme agli USA, hanno dato vita ad una rete di alleanze non scontate, che avrà anche grandi conseguenze sull’economia di questi paesi, e se sarà così, inevitabilmente anche per il turismo. Soprattutto se questa rete si allargherà.

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