Le nuove frontiere del marketing turistico

Qualche tempo fa è stata pubblicata una indagine che aveva per titolo “Il mondo dei viaggi nel 2020”. La tesi dello studio è che il viaggiatore degli anni intorno al 2020 farà vacanze nelle quali al puro svago aggiungerà sempre una componente culturale, qualcosa in grado di trasformare il viaggio in esperienza di vita.
Ed in effetti guardando i segnali che i turisti di oggi ci inviano è molto probabile che le vacanze dei prossimi anni saranno meno focalizzate sul cosiddetto hardware. Piscina, sauna, palestra…, resteranno di certo molto importanti, ma una ancor più grande attenzione sarà riservata al software, sarà cioè riservata alla sfera emotiva. Al vertice dei desideri saranno la cura di sé, gli incontri, la ricerca di tranquillità, la possibilità di apprendere e fare esperienze.
Anche se tutte le previsioni devono essere interpretate con molta cautela, sembra molto probabile che quanti si occupano di ospitalità dovranno imparare ad organizzare offerte che siano anche l’occasione per socializzare, conoscere, stare bene…, offerte, in sintesi, necessariamente legate al territorio.
Se questo è lo scenario che si profila occorre prepararsi.
Purtroppo nel turismo ci troviamo di fronte ad un sistema Paese sostanzialmente fermo, prigioniero dei luoghi comuni, con lo sguardo rivolto indietro, che ama ripetere sempre le stesse cose, gli stessi strumenti, le stesse azioni replicate all’infinito. Mentre invece uno Scenario nuovo richiederebbe un approccio diverso, e strumenti nuovi, o almeno meno datati.
Da questo punto di vista le nuove frontiere del marketing per lo sviluppo del turismo nella regione Veneto, potrebbero basarsi su alcune idee guida:
- occorre stare nel mercato con modalità più attive e meno passive, in uno slogan occorre compiere il passaggio “da comperati a venditori”,
- bisogna adottare strategie di marketing e di distribuzione multicanale; non si tratta di abbandonare il Trade e di puntare solo sul web, occorre piuttosto adottare un mix di azioni sulla rete, nei mercati, sui media, verso il Trade, e anche nel territorio,
- occorre sviluppare forme di marketing di accoglienza per trattenere di più, fidelizzare di più, e per trasformare gli ospiti in Ambasciatori dell’offerta regionale,
- occorre migliorare la qualità in senso locale, non standard-globale cioè, per rendere l’offerta più originale, unica e insostituibile,
- bisogna ampliare la gamma dei servizi, creare nuovi prodotti, così da riuscire ad offrire proposte anche ai nuovi Turismi e anche ai nuovi mercati (dal Sud America ai mercati asiatici, a quelli del Medio Oriente, o del Pacifico….),
- bisogna puntare di più sulla ricerca, sull’osservazione dei fenomeni in corso, per trovare quelle opportunità che non mancano mai, neppure nei periodi di crisi.
Le nuove esigenze legate ai bisogni relazionali e all’esperienza, ma anche i trend dei quali gli operatori turistici hanno già piena consapevolezza come il boom delle forme di vacanze lente, la crescita di forme di vacanza emozionali o di conoscenza, rappresentano delle opportunità, ma per essere colte richiedono agli operatori nuove competenze, e richiedono uno sforzo in più per operare in rete, per creare network. Solo se ci si mette assieme condividendo un progetto, si riesce a trasformare una risorsa territoriale in un prodotto veicolabile nel mercato. Solo se si impara ad operare assieme, in maniera coordinata e dinamica, si può fare di un Evento l’occasione per avere più arrivi e presenze. E solo condividendo obiettivi e azioni si può evitare che la fine della crisi e i prossimi scenari ci trovino impreparati.

Giancarlo Dall’Ara
(sintesi della relazione alla Conferenza Regionale sul Turismo del Veneto, 23 ottobre 2009)

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