L’evoluzione del marketer: da pescatore a pesce
Nella visione del marketing tradizionale (per intenderci quello insegnato a Scuola) l’addetto al marketing è un cacciatore che deve colpire un bersaglio (target).
In quella visione, che domina anche sul web, il pubblico di riferimento (target group) ha solo una funzione reattiva. Potremmo anzi dire che che l’addetto al marketing è visto come un pescatore che cerca di fare abboccare i pesci, cioè i consumatori, all’amo.
A partire dagli anni ’90 e soprattutto negli anni 2000 si sono rivisti i termini della questione ed è maturata la convinzione che il marketer doveva assumere nei confronti del pubblico un atteggiamento più simile a quello del biologo marino che a quello del pescatore, doveva cioè osservare con rispetto i suoi “pesci”, studiarli, capirli, senza pensare di doverli fare abboccare all’amo. Perché obiettivo del marketing è la soddisfazione dei consumatori, non la loro cattura. È la soddisfazione infatti che conquista i consumatori, non le esche.
Con la rivoluzione digitale l’approccio al marketing ha cominciato ad essere rivisto in maniera radicale. È diventato evidente infatti che i mercati sono conversazioni; di qui la necessità di saper ascoltare davvero “il consumatore” e di instaurare con lui un dialogo da pari a pari.
Sono personalmente convinto che se si vuole capire un turista, se si vuole davvero colloquiare con lui da pari a pari, se si vuole poter contare su di lui come su di un partner, e se si vuole davvero dare un senso al concetto di ospite, bisogna riuscire ad identificarsi con lui, a vivere le sue stesse esperienze.
Potremmo dire che per l’addetto al marketing è necessario compiere il passaggio da pescatore a pesce.