Notizie dalla Cina che corre

Dedico alla Cina un blog specifico. Ho pensato però di proporre in questo spazio alcuni degli spunti più stimolanti, tra quelli che mostrano la vivacità di questo mercato.
Cominciamo con i giovani, che corrono più in fretta degli altri: i “Post-90” a differenza dei nati negli anni ’80 sono la generazione dei social media, una generazione più attiva e impegnata. La trovate descritta qui: http://blogs.ft.com/the-world/2012/07/off-the-charts-chinas-post-90-generation/#axzz20JVs5u8w
Sempre a proposito di nuovi trend e del ruolo del 2.0 segnalo un bell’articolo che sostiene alcune tesi “intriganti”. La prima è che alcuni dei marchi più venduti in Cina sarebbero quelli meno noti. Dunque Gucci & Co. raccontano solo una parte della storia contemporanea cinese, perché c’è già “un trend in crescita in Cina riassumibile nella tendenza verso personalizzazione/differenziazione: guardare, essere, e vestirsi in modo diverso dagli altri. Questo trend vede coinvolta una nuova generazione di acquirenti cinesi … i consumatori 2.0. Siamo solo all’inizio ma… ecco l’articolo http://www.jingdaily.com/surprise-consumer-2-0-in-china-wants-unknown-brands/19353/~~V
Ecco ora l’Italia che si accontenta:
Riferisce l’agenzia Asca che l’Italia nel 2011 è stato il paese europeo che ha rilasciato il maggior numero di visti in Cina; i visti sono stati rilasciati a circa 253.000 cittadini cinesi, in larga parte turisti. La notizia è stata data con toni trionfalistici. Non so cosa ci sia da festeggiare, a me il dato sembra deprimente! Non credo che con quel dato l’Italia sia la prima in Europa, in ogni caso il numero è davvero la dimostrazione del poco che siamo riusciti a fare in un mercato enorme, e il fatto che lo si festeggi non fa davvero ben sperare per il futuro.
Vediamo altri spunti:
1. La classe media cinese è già più grande di tutta la popolazione degli Stati Uniti, in quindici anni, la classe media cinese sarà composta da circa 800 milioni di persone, da 300 milioni di oggi. Queste le tesi di Jens Thraenhart, di DragonTrail. Si stima inoltre che la crescita del turismo internazionale dei cinesi nei prossimi anni sarà circa +17% l’anno.
2. Uno studio recente del Boston Consulting Group rivela che oltre il 90% dei turisti cinesi non è affatto soddisfatto dei prodotti turistici che gli vengono offerti in Cina e all’estero.
3. Una volta i top spender in Francia erano gli americani poi sono arrivati i Russi ed oggi è la Cina il mercato che conta il maggior numero di acquirenti di lusso in Francia.
4. Le esportazioni di vino italiano in Cina, nel primo trimestre del 2012, hanno vissuto una crescita record del 32% dopo un 2011 altrettanto positivo. Non solo in Cina avanza l’armata di vini italiani, ma anche in Giappone le esportazioni sono aumentate del 23%. Nel 2011 le esportazioni di vino italiano in Cina avevano già raggiunto il valore record di 67 milioni di euro, anche se venivano surclassati dai francesi.

http://www.infoinsubria.com/2012/06/vino-made-in-italy-i-cinesi-ci-prendono-gusto/

5. Leggo anche che i turisti cinesi che hanno scelto come meta di vacanza le Seichelles sono aumentati del 103% rispetto allo stesso periodo dello scorso anno. E francamente non riesco ancora a capire perché neppure una destinazione turistica “mare” italiana, abbia preso davvero in considerazione il mercato turistico cinese come mercato da sviluppare. http://www.eturbonews.com/29766/seychelles-going-after-chinese-travel-market
E concludo con il fenomeno degli sciatori cinesi. Nel 2011 si stimavano 3 milioni di sciatori in Cina, che potrebbero diventare 7 milioni nel 2020.
Per il turismo montano, e per quello sciistico in particolare la Cina (assieme alla Russia) costituisce un mercato fondamentale “di riserva di crescita”.
Il dato è stupefacente se solo si pensa al fatto che la Cina non ha alcuna tradizione legata allo sci! Le prime stazioni sciistiche apparvero in Cina (nel nord est del paese) negli anni ’80, ed erano essenzialmente fatte per gli atleti. Oggi si stima che in Cina vi siano 350 stazioni, ma si tratta spesso di stazioni sciistiche non adeguatamente equipaggiate. Forse solo una ventina possono essere considerate come quelle occidentali, in termini di standard di servizi.
Altro dato di interesse è legato al fatto che si tratta di stazioni sciistiche per principianti, e la proposta stessa è concepita come esperienza parziale, da fare all’interno di una proposta di soggiorno diversificata.
Insomma le località sciistiche che soffrono, potrebbero farci un pensierino; il Trentino in particolare, visto che sinora non ha saputo mettere in campo la sua offerta, in modo adeguato per questo mercato (il Trentino peraltro è la terra di un gigante del pensiero, amico della Cina, quale fu Martino Martini, sul quale molto si dovrebbe fare); oppure la Val d’Aosta, che pure qualche tentativo l’ha fatto.

Per il resto delle informazioni sul mercato turistico cinese ecco il mio Blog: http://turismocinese.blogspot.it/

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