Focus extralberghiero: cosa succede nel mondo dei B&B

L’esame dei dati ISTAT relativi ai primi tre trimestri del 2025 delinea uno scenario in netta evoluzione per il turismo in Italia. Se il comparto alberghiero mantiene i suoi volumi, è nel settore extra-alberghiero che si registrano le variazioni percentuali più significative.

I Dati

Le rilevazioni ISTAT pubblicate nel corso del 2025 evidenziano una performance del comparto extra-alberghiero superiore al dato medio complessivo del settore ricettivo.

Secondo il report “Flussi turistici – II trimestre 2025” il periodo aprile-giugno ha mostrato una forbice netta:

  • Presenze totali: Il comparto extra-alberghiero ha registrato un incremento delle presenze del +5,4% rispetto allo stesso periodo del 2024.
  • Confronto con l’alberghiero: Nello stesso arco temporale, il settore alberghiero, pur in crescita, si è fermato a un incremento inferiore (+4,3%), evidenziando un maggiore dinamismo delle strutture alternative.

Ancora più marcato è il dato riferito alla “spalla” di stagione. Nel recente comunicato pubblicato il 3 dicembre 2025, se analizziamo il dato complessivo del III trimestre, la crescita dell’extra-alberghiero (+3,0%) appare solo lievemente superiore a quella alberghiera (+2,1%). Tuttavia, il dato medio nasconde la vera notizia: è nel mese di settembre che la forbice si apre drasticamente. A stagione estiva conclusa, mentre gli alberghi rallentano (+1,2%), il comparto extra-alberghiero scatta in avanti segnando un +7,4% di presenze.

Cosa succede nel mondo dei B&B?

Non tutto l'”extra-alberghiero” cresce allo stesso modo.

Il report del II trimestre segnala una chiara dicotomia:

  • Alloggi in affitto gestiti in forma imprenditoriale: segnano un balzo in avanti del +9%.
  • Bed and Breakfast (B&B): registrano una flessione del -4%.

Questo dato è cruciale: il mercato sembrerebbe penalizzare l’offerta più frammentata e “casalinga” (spesso associata al B&B classico a gestione familiare non professionale) a favore di strutture, gestite con criteri più imprenditoriali e standardizzati.

Un quesito aperto: voglia di esperienza o di risparmio?

Di fronte a questi numeri, giro la domanda a voi che vivete il mercato quotidianamente.

I dati ISTAT sono “freddi” e non ci svelano la motivazione psicologica, ma l’incrocio delle variabili ci offre due indizi su cui mi piacerebbe conoscere la vostra opinione:

  1. Il fattore “Cucina” e l’inflazione: La crescita massiccia degli “alloggi in affitto” (+9%), che staccano nettamente sia i B&B tradizionali che gli hotel, sembra nascondere un bisogno pratico prima ancora che esperienziale. La disponibilità di una cucina autonoma permette di tagliare i costi della ristorazione.
  2. La durata del soggiorno: ISTAT conferma che la permanenza media nell’extra-alberghiero è strutturalmente più alta. Chi decide di fermarsi più a lungo, tende a cercare soluzioni che abbattano il costo medio giornaliero (come, appunto, l’affitto breve o la casa vacanza) per ottimizzare il budget complessivo.

Quale delle due spinte è prevalente nella domanda, o ne esistono altre? La parola a voi.

Analisi dei dati a cura dello Studio GDA, 3 dicembre 2025

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