Un fantasma si aggira per l’Europa: il pacchetto dinamico

Tutti i mercati sono contagiati da questo fenomeno, come ben sa chi frequenta le Borse specializzate. I seminari di maggior richiamo al WTM di Londra, o all’ITB di Berlino avevano questo tema. In Spagna si parla di desempaquetar los paquetes, in Francia le riviste di settore dedicano al forfait dynamique articoli e copertine, e così in Germania e in Gran Bretagna. Il pacchetto preconfezionato piace sempre di meno, e “il fai da te” sta costringendo il sistema turistico a rimettersi in discussione.
I pacchetti dinamici rappresentano qualcosa come il 40% delle vendite di Expedia a livello mondiale, e più in generale proprio grazie ai pacchetti dinamici la vendita di soggiorni brevi in Europa ha registrato una vera rivoluzione.
Il Dynamic Packaging sta rivoluzionando il settore e rischia di sconvolgerne gli equilibri, i rapporti tra i fornitori e le vecchie certezze. E non è solo questione di software con il quale i clienti possono costruirsi vacanze su misura.
A restare spiazzati sono soprattutto gli Enti pubblici che continuano a chiedere agli operatori dell’ospitalità di organizzare i pacchetti tradizionali, pensando alla formula rigida creata da Thomas Cook, senza accorgersi che da allora è passato più di un secolo, e parecchie cose sono cambiate.
Prima fra tutte è cambiata la domanda che oggi ha una vera allergia nei confronti di tutte le proposte inscatolate “o prendere o lasciare”.
La sfida dei pacchetti dinamici per essere affrontata richiede invece la capacità di cogliere le esigenze di questa nuova generazione di turisti, pensando a prodotti di nuova generazione. Perché, diciamo le cose come stanno: ai turisti di oggi non piacciono le cose fatte apposta per turisti.

Giancarlo Dall’Ara

GDA Giancarlo Dall'Ara Consulenze e progetti di marketing
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