Perchè la Cina sconsiglia viaggi in Giappone

Negli ultimi anni il Giappone è diventato una delle mete più amate dai viaggiatori cinesi: vicino, sicuro, familiare, raccontabile sui social. Un connubio ideale che aveva portato Tokyo, Osaka e Kyoto ai vertici delle ricerche su Xiaohongshu e Douyin.

Ma la sera del 14 novembre le autorità cinesi hanno diffuso un Travel warning che sconsiglia i viaggi in Giappone, citando una serie di preoccupazioni: episodi di criminalità, e incidenti rilanciati dai media, alimentando un senso di insicurezza.

Dal momento in cui la notizia è uscita, i social media sono stati invasi dalla domanda: “È sicuro andare in Giappone?”

E secondo la stampa molti viaggiatori hanno cancellato o riprogrammato voli e prenotazioni, spostandosi verso mete percepite come più tranquille, più convenienti e spesso più “rilassate”. A beneficiarne al momento sono soprattutto alcune destinazioni del Sud-est asiatico.

L’avviso del governo cinese è stato presentato come una misura di tutela dei viaggiatori. Tuttavia, gli osservatori hanno letto questa decisione in un contesto più ampio, legato al deterioramento delle relazioni tra Cina e Giappone, soprattutto dopo le dichiarazioni del primo ministro giapponese su Taiwan, oltre che sulle dispute territoriali e sulle tensioni militari nella regione.

In effetti niente di nuovo, anche in passato il turismo outbound cinese è stato utilizzato anche come strumento di pressione geopolitica.

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